Autore: Sara Zuccoli
Fonte: La Stefani
Data: 27 marzo 2011
“Cantare l’Italia di oggi con il repertorio di ieri. Perché se è vero che siamo cambiati, nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità vogliamo anche correre indietro alle radici della nostra più verace tradizione popolare, facendola cantare a chi – un tempo straniero – è oggi parte integrante della società. E’ questo lo spirito della rassegna di canti risorgimentali – quelli carichi di aspettative e di speranze, quelli che il popolo cantava più di un secolo fa senza nemmeno conoscerne l’autore – che venerdì pomeriggio dalle 18 ospiterà, nel cortile di palazzo d’Accursio, l’esibizione del coro multietnico Mikrokosmos, diretto dal maestro Michele Napolitano.
I protagonisti della storia di questa corale sono cittadini immigrati a Bologna. Persone arrivate da lontano, addirittura da altri continenti, con la speranza di un lavoro sicuro e un futuro da assicurare ai figli. Famiglie che oggi hanno tanti amici, magari un’attività in proprio, i bambini che frequentano le scuole in città e che ancora non sanno che la loro integrazione felice è frutto di una piccola fortuna e di un grande impegno. A questo processo di indispensabile convivenza ha collaborato, per alcuni di loro, anche Mikrokosmos. Una realtà nata nel 2004 per iniziativa di Michele Napolitano, diplomato in musica e direzione al conservatorio di Bologna con perfezionamento in Norvegia, che in collaborazione con il quartiere San Donato e il centro interculturale Zonarelli mette in piedi un gruppetto dalla provenienza mista. «All’inizio non eravamo che quattro – racconta Napolitano – Oltre a me, c’erano una ragazza tunisina, un musicista iraniano, una giovane romagnola». Poi il gruppo cresce, grazie soprattutto ad un lavoro dal basso che lo stesso Napolitano spinge. «Andavo nei call center o nei negozi gestiti da immigrati – spiega ancora – e lì raccontavo l’iniziativa. Il passaparola ha fatto il resto».
Oggi Mikrokosmos conta circa 60 persone, dai 16 ai 60 anni. Un gruppo non solo consolidato, ma misto per età e nazionalità. I coristi provengono da Argentina, Austria, Belgio, Bolivia, Bosnia, Brasile, Camerun, Canada, Croazia, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Giordania, Gran Bretagna, Iran, Italia, Macedonia, Marocco, Nigeria, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Democratica del Congo, Romania, Senegal, Stati Uniti, Sudan, Svezia e Svizzera. «C’è un nucleo “storico” di coristi – dice ancora il direttore – e una serie di altre persone che partecipano come possono. Penso anzitutto agli studenti Erasmus, che nel periodo che trascorrono in città vengono volentieri alle prove e ai nostri concerti. Attualmente il coro conta circa 30 nazionalità diverse. Ci sono anche interi nuclei familiari che cantano in Mikrokosmos: in una di queste famiglie, padre a figlio sono tenori mentre la madre è mezzosoprano».
Sarà il successo del repertorio, un misto tra canti etnici, stranieri e italiani, saranno le sciarpe colorate che indossano i coristi, o forse saranno i movimenti che rendono alcune delle canzoni quasi coreografate. Fatto sta che il “coro a colori” Mikrokosmos piace, tanto da consentire l’avvio di un nuovo progetto. «E’ partita la corale per bambini – racconta ancora Napolitano, impegnato anche in progetti presso il conservatorio di Perugia – che oggi unisce 15 bambini dai 7 agli 11 anni. L’obiettivo è unire le culture attraverso il canto e la musica».
E’ con la consapevolezza della propria forza sociale e della radicata tradizione corale cittadina che Mikrokosmos si presenta alla kermesse per i 150 anni dell’Unità. «Partecipare a questa rassegna, che si chiuderà il 16 marzo alla vigilia della festa – chiude il direttore – è per noi molto importante. L’Italia oggi è di certo diversa da quella di 150 anni fa. La nostra adesione vuole rappresentare la nuova Italia». In Mikrokosmos, insomma, c’è lo Stivale del nuovo millennio, quello che nasce dalla convivenza con molti stranieri, quello che ha costruito una nuova realtà sociale, quello in cui vivere insieme è al tempo stesso la forza e la sfida del futuro.”