Autore: Paola Gabrielli
Fonte: Corriere di Bologna
Data: 30/09/2007
“Il linguaggio della musica fa dialogare tutte le etnie”
Tre anni vissuti con passione. Ieri sera (ma il clou sarà oggi) sono iniziati i festeggiamenti per i tre anni di vita di Mikrokosmos Coro Multietnico di Bologna fondato e diretto dal giovane maestro Michele Napolitano. Il programma di oggi prevede l’esibizione dei Mikrokosmos dei piccoli, seguiti, in serata, dai Mikrokosmos al completo e dai cori A.n.a. Di Vergato e San Rafél di Bologna.
Maestro Napolitano, si aspettava una così rapida crescita?
“Nemmeno lontanamente! Alla prima prova, a settembre 2004, si presentarono in tre: un italiano, un iraniano e un tunisino. Ma in poche settimane salirono a 15, 20”.
Oggi quanti coristi sono?
“Fissi sono cinquanta. A volte alle prove giungono anche fino a 60 persone: provengono da una miriade di Paesi e hanno un’età variabile dai 12 ai 60 anni”.
Il coro è aperto a tutti?
“Si. Anche a chi è stonato. Quasi sempre migliora.”.
Non dev’essere stato facile integrare persone provenienti da Paesi tanto diversi tra loro…
“Ma le note a volte sono molto meglio delle parole. Ricorderò sempre che all’inizio veniva qualche ragazzo africano che parlava l’italiano a malapena: ci capivamo tutti facendo musica”.
Come nasce il vostro repertorio?
“All’inizio dalle mie ricerche in campo etnomusicologico, in seguito si sono aggiunte le loro proposte, rielaborate e adattate da me per il coro. In questo modo sono anche loro ad insegnare. Anche a me. Anzi, mi ritengo quello che è cresciuto più di tutti all’interno del coro”.
Di recente avete vinto, in ex-aequo con l’associazione Crossing di Bologna, il premio Interculture Map per le migliori pratiche interculturali. Che effetto fa?
E’ una bella soddisfazione. Questo coro, poi, costituito in associazione, è nato proprio per favorire l’integrazione tra cittadini italiani e stranieri. Noi ci siamo riusciti creando anche un bel gruppo di amici”.